Sulle Mainarde splendide e isolate

Il Morrone delle Rose e monte Cavallo per la valle Monacesca.
Siamo entrati nelle Mainarde per l'isolata valle Monacesca, ampi ambienti molto panoramici e suggestivi, placidi ruscelli dove le montagne si specchiano; grazie alla giornata luminosa e chiara gli orizzonti sono stati davvero entusiasmanti tutto intorno. Le Mainarde, tanto belle quanto troppo sottovalutate e poco frequentate.


Escursione alle Mainarde con partenza dal rifugio Aceroni attraverso l’avvincente Valle Monacesca sino a raggiungere la cima del Monte Cavallo; dopo aver tante volte preso l’avvio da Prati di Mezzo decidiamo questa volta di andare a conoscere nuovi ambienti e prospettive di quest’angolo di Appennini avviandoci dal versante che volge sul paese di San Biagio Saracinisco. Il rifugio Aceroni, punto di partenza dell’escursione, si raggiunge imboccando un ripido stradello dal fondo ben tenuto oltre l’abitato, poco prima di raggiungere il lago della Selva; si lascia l’auto negli ampi spazi e ci si prepara avendo già alla vista dei bei panorami sulla vallata sottostante. Si prosegue sullo stradello che dopo breve diviene sentiero ed in salita si arranca nel bosco raggiungendo un punto scoperto molto panoramico dove sono un paio di panche ed un tavolino ad uso di chi, volendo concedersi uno spazio di relax, può trovarvi ampia gratificazione. Ripreso il cammino in discreta pendenza si giunge al rifugio Selvapiana, non così bello e spazioso come l’Aceroni ma disposto in una posizione formidabile nel mezzo di un avvallamento circondato tra due ali di bosco e con il fronte volto a sud con la vista che spazia molto lontano dai suoi circa 1.600 metri di quota. Superato questo ambiente raccolto ed incantevole, con un breve traverso ci si affaccia al fondo della Valle Monacesca che già dal basso promette di essere la grande attrazione naturale che caratterizzerà buona parte dell’escursione: si tratta infatti di un lungo vallone di natura glaciale che sale gradatamente con ampie anse offrendo mutevoli viste sulle montagne che ne sono ai lati, il tutto accompagnato da un corso d’acqua che accompagna buona parte del sentiero con cascatelle e vasche cristalline. Ci si addentra nella vallata seguendo le tante tracce segnate dalle perenni processioni di mucche e cavalli che la popolano fono a portarsi a ridosso dei contrafforti del Morrone delle Rose che potrebbero anche essere affrontati di petto per un ripido brecciaio ben individuabile, ma in modo meno faticoso e più sicuro seguendo una traccia evidente che si stacca dal sentiero principale per salire ad sella sulla nostra destra (si tratta del sentiero che se proseguito dovrebbe condurre alla non molto distante Valle Venafrana). Guadagnato un pianoro oltre la sella si lascia la traccia e si aggira il bosco sulla sua sinistra proseguendo in ripida salita e mantenendosi fuori dalla macchia con una bella visuale dall’alto sul vallone appena lasciato; sempre in salita, facendosi strada per qualche ripido canale d’erba tra le rocce, ci si porta più in alto e dove la pendenza si riduce siamo ormai alla vista della cima del Morrone delle Rose ben riconoscibile per via della caratteristica distesa di una miriade rocce affioranti tra cui ci si deve destreggiare per raggiungere il punto di massima quota, anche qui contrassegnato da un sasso con sopra gli immancabili scarabocchi. La quota non è particolarmente elevata ma la visuale attorno spazia senza ostacoli sull’intero complesso delle Mainarde, nessuna vetta esclusa!! Lasciata la piatta sommità del Morrone delle Rose ci si dirige verso il Monte Cavallo scendendo di poco ad un vasto pianoro che si attraversa a vista con affacci verso il vicino Monte Mare e la sottostante valle Venafrana; giunti alla base dell’impianto sommitale lo si affronta lungo tracce che vanno e vengono ed in breve si giunge in “sella” al Cavallo!! Beh .. anche da qui viste grandiose in ogni direzione standosene comodamente seduti sui grossi massi sommitali a respirare l’aria fine dei duemila metri. Dopo la sosta per contemplazioni e fotografie varie sulla vetta si scende alla Sella di Prato Piano dove per nostra fortuna residua ancora un poco d’acqua del laghetto che qui si forma stagionalmente donando al paesaggio un ulteriore tocco di interesse in questa giornata di aria tersa e serena che rimanda da ogni dove colori decisi; dalla sella sono d’obbligo due passi per affacciarsi al bordo delle rocce che danno sulla sottostante vallata di Fonte Fredda dominata dall’impervia scogliera del Predicopeglia. A questo punto per chiudere il giro e rientrare al punto di partenza non rimane che avviarsi, questa volta in discesa, nella Valle Monacesca così da poterla percorrere per la sua interezza: dopo un pò di strada si giunge in vista delle Fontane, una zona ricca di sorgenti alla base del Monte Cavallo e del Forcellone che alimentano due grandi fontanili nel mezzo della piana ed originano il corso d’acqua che solcherà l’intera vallata. Oltre le Fontane si prosegue a lungo al lato del corso d’acqua che nel frattempo aumenta la portata producendo qualche suggestivo salto e vasche scintillanti per poi incunearsi a circa metà del vallone in una stretta forra; andando oltre ci si ricongiunge al punto in cui all’andata si è lasciato il sentiero principale che si riprende per la via di ritorno al rifugio Selvapiana e poi, più oltre, al punto di partenza.